Una terra dai colori spietati dove la pietra lavica nera si scontra con il verde dei cactus e il blu intenso dell’Oceano Atlantico. Lanzarote è senza dubbio il luogo più bello che abbia mai visitato (secondo solo alle Maldive). Sono stata qui la prima volta nel 2012 e ho deciso di tornarci di nuovo nel 2017, vorrei raccontarvela un po’.
Cosa visitare:
Se si viene qui è soprattutto per i paesaggi che sembrano quasi appartenere ad un altro pianeta, per la vera natura selvaggia i siti da visitare sono Los Charcones conosciuto anche come le piscine naturali di Lanzarote, Los Hervideros per ammirare le scogliere di lava e El Charco de los Clicos, il suggestivo lago verde. Meno selvaggia è la Montaña del Fuego, questo è il luogo più famoso dell’isola e di conseguenza è frequentata da tantissimi turisti ma è stata la location di 2001 odissea nello spazio quindi merita una visita. Per un po’ di mare le spiagge che vi consiglio sono quella di Playa Papagayo o la vicina Playa Blanca, il mare qui è una tavola color smeraldo ed è la spiaggia più riparata dalle correnti. Bellissima è anche Playa de Famara ma essendo molto ventilata è più adatta se volete fare sport come surf e kitesurf. Passando alle attrazioni turistiche vi segnalo il Jardin de Cactus un vero e proprio museo di cactus con oltre 7000 esemplari e il Mirador del Rio, punto più alto dell’isola che affaccia sullo stretto lembo di oceano che divide Lanzarote dall’isola de La Graciosa.
Ristoranti:
Lanzarote non rispecchia proprio i classici orari della movida spagnola. Qui si cena presto e molti ristoranti sono aperti tutto il giorno ma solo fino le 18/19. Sono stata 5 giorni sull’isola e per cenare fuori ho trovato molte difficoltà, a meno che non vogliate mangiare nei posti turistici di Arrecife o di Puerto del Carmen di ristoranti carini ce ne sono davvero pochi. Quelli dove ho mangiato molto bene sono Cantina Teguise e Amanacer, il primo con cucina tipica dell’isola e si trova nella provincia di Teguise (dove ci sono anche diversi altri locali di nuova apertura) e il secondo con menù a base di pesce che affaccia su un piccolo porto di pescatori locali. Se volete un’alternativa turistica ma singolare vi consiglio il ristorante El Diablo all’interno del parco nazionale del Timanfaya dove la carne viene cucinata con il calore del vulcano sottostante.